Spreco alimentare, i dati e le iniziative per contrastarlo

Un problema urgente con priorità chiare
Un recente rapporto del Food Banking Network, redatto con il supporto della Food Law and Policy Clinic di Harvard, rimette al centro il tema scottante dello spreco alimentare. Il documento definisce una gerarchia di priorità: prevenzione come obiettivo primario; quindi ridistribuzione delle eccedenze a persone bisognose o per alimentazione animale; infine recupero tramite trattamenti anaerobici per produrre biogas o recuperare nutrienti quando le prime due opzioni non sono praticabili.
Deterrenza e obblighi lungo la filiera
Il rapporto evidenzia l’efficacia di politiche di deterrenza che obbligano a cambiare comportamenti per evitare sanzioni. In Francia le multe possono arrivare fino a 150.000 EUR con pene detentive fino a quattro anni. In Corea del Sud vige il sistema “pay-as-you-throw”: i cittadini pagano pochi centesimi per ogni kg di rifiuti alimentari e i grandi produttori affrontano sanzioni molto più severe, fino a 50.000 EUR e sette anni di reclusione per chi non rispetta le norme[1]. In Perù, nuove regole hanno favorito un trend in crescita delle donazioni, pur senza sanzioni severe come in Francia e Corea[2].
Anche la Spagna ha approvato una legge che impone take-away degli avanzi nei ristoranti e la donazione delle eccedenze da parte dei supermercati. Tutte le aziende della filiera devono predisporre piani di prevenzione, privilegiando donazione e ridistribuzione; in alternativa, destinazione a mangimi, compost o biocarburanti. Obiettivi: –50% di spreco pro capite al dettaglio/consumo e –20% di perdite lungo le catene di produzione e approvvigionamento entro il 2030[7].

Dalla misura al gusto: rivedere gli standard
Nell’ortofrutta europea, standard di commercializzazione basati anche su criteri estetici (es. calibro) possono alimentare lo spreco scartando prodotti commestibili. Una proposta di riforma suggerisce di valorizzare il grado zuccherino al posto del calibro, premiando gusto e qualità nutrizionale[4]. Secondo Roberto Pinton (Università di Udine), gli standard nascono per facilitare gli scambi e garantire uniformità, ma la loro rigidità può essere aggiornata per rispondere al mercato moderno senza compromettere la qualità[5].

“Il Libro del Risparmio” e i benefici economici
La Fondazione Barilla ha pubblicato Il Libro del Risparmio, un manuale con 120 azioni per contrastare lo spreco[6]. Tra i consigli: corretta conservazione degli alimenti, cucina nose-to-tail e root-to-stem, riuso degli avanzi, pianificazione dei pasti e gestione dei pasti fuori casa. Ogni anno circa 1/3 del cibo prodotto globalmente viene sprecato, con forti impatti economici e ambientali; ridurre lo spreco può far risparmiare fino a 500 EUR/anno per famiglia[6].
Per approfondire: [1] Pay-as-you-throw (Seoul) · [2] FAO SOFA 2019 · [4][5] Standard ortofrutta e grado brix · [6] Fondazione Barilla · [7] Legge spagnola anti-spreco.