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Francesco e la responsabilità ambientale universale

Un’eredità di ecologia integrale

Un’eredità di ecologia integrale

Papa Francesco lascia in eredità a Leone XIV un fascicolo di primaria importanza nel campo della sostenibilità ambientale, con particolare attenzione alla produzione e commercializzazione degli alimenti. Attraverso documenti fondamentali come l’enciclica Laudato si’ (2015) e l’esortazione apostolica Laudate Deum (2023), Francesco ha delineato una visione di “ecologia integrale” che intrecci la cura del creato con la giustizia sociale, ponendo l’alimentazione al centro di questa riflessione.

Il cibo come diritto, non come merce

Primo pontefice sudamericano, cresciuto spiritualmente fra gli Exercitia di Sant’Ignazio e la cura delle anime nelle periferie argentine, Francesco ha denunciato con forza la speculazione alimentare, affermando: “Il cibo non può essere oggetto di speculazione”, poiché è “un bene fondamentale per tutti” e non dev’essere trattato come “merce di scambio per pochi”.

Bergoglio altresì ha denunciato come “uno scandalo” il fatto che i grandi produttori “incoraggino il consumismo compulsivo per arricchirsi, senza nemmeno considerare i reali bisogni degli esseri umani“.

Parole di una durezza e chiarezza inconsuete per un papa contemporaneo, ma evidentemente ritenute necessarie per non lasciare spazio a fraintendimenti e rimaneggiamenti diplomatici. Anche in questo, il papa ha seguito le orme di un altro Francesco, quello di Assisi, che nel dettare il proprio testamento spirituale, poco prima di morire, raccomandò che il testo fosse letto tal quale era scritto, senza interpretazioni né interpolazioni.

Spreco alimentare: una questione morale

Spreco alimentare: una questione morale

Nella Laudato si’, Francesco denuncia lo spreco di circa un terzo degli alimenti prodotti, aggiungendo: “Il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero”, senza contare che lo spreco alimentare contribuisce all’aumento delle emissioni di gas serra e, quindi, al cambiamento climatico con le sue conseguenze dannose.

Verso una conversione ecologica

Verso una conversione ecologica

Con una modernità di visione che non ammette passi indietro, Francesco ha lanciato più volte appelli a una “conversione ecologica” estesa alle abitudini alimentari, in favore di scelte più sobrie, responsabili e sostenibili, per esempio riducendo il consumo di carne e privilegiando prodotti locali e sostenibili, nel quadro di uno stile di vita a minore impatto ambientale e maggiore giustizia sociale.

Sempre nell’enciclica Laudato si’, Francesco evidenzia il valore dei sistemi agricoli tradizionali e su piccola scala, capaci di nutrire gran parte della popolazione mondiale con minore impatto ambientale, ma spesso minacciati da progetti estrattivi e industriali. L’enciclica inoltre mette in guardia contro i rischi economici e ambientali legati alla concentrazione della proprietà fondiaria, alla perdita di biodiversità e alla precarizzazione del lavoro agricolo.

L’eredità

L’eredità

L’impegno del predecessore di Leone XIV per un’agricoltura etica e sostenibile ha lasciato un segno indelebile nella Chiesa e nella società; ha restituito alla sostenibilità ambientale un linguaggio universale, accessibile, capace di coniugare spiritualità, etica e politica pubblica.

Con la scelta senza precedenti di dedicare addirittura un’enciclica al tema ambientale, il capo della più estesa e potente organizzazione religiosa del mondo ha inteso elevare l’ecologia e la sostenibilità dal piano prettamente scientifico a quello morale, sociale e politico.

In un mondo segnato da disuguaglianze e crisi ambientali, le linee guida tracciate da Francesco restano a noi come un forte richiamo alla responsabilità collettiva e alla necessità di un cambiamento radicale nei nostri stili di vita, per costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.

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