Certificazione BRCGS Food Safety: cos’è, requisiti, costi e come ottenerla
Certificazione BRCGS: cos’è e a cosa serve?
La certificazione BRCGS Food Safety (nota storicamente come "certificazione BRC") è uno degli standard globali più adottati nel settore alimentare. Nasce come British Retail Consortium (BRC) ed evolve in Brand Reputation through Compliance Global Standards (BRCGS) per evidenziare l’obiettivo centrale: garantire sicurezza, qualità e conformità legale dei prodotti alimentari, proteggendo la reputazione dei brand e della GDO internazionale.
Cosa significa, invece, BRCGS Food Safety? Si tratta di uno standard riconosciuto dalla Global Food Safety Initiative (GFSI), iniziativa globale non-profit che punta a migliorare la sicurezza alimentare nella filiera mondiale. Lo standard richiede alle aziende alimentari di dimostrare l’adozione di:
- un sistema HACCP conforme al Codex Alimentarius (l’insieme di norme e linee-guida per la sicurezza e la qualità degli alimenti, redatto nel 1963 dalla FAO);
- un solido sistema di gestione della qualità e della sicurezza alimentare;
- controlli rigorosi su processi, prodotti, strutture e personale;
- pieno coinvolgimento di tutte le figure interessante, dalla dirigenza agli addetti alle lavorazioni.
Lo standard BRCGS è oggi fra quelli più richiesti da rivenditori (inclusa la Grande distribuzione organizzata — GDO) e marche commerciali (private labels) in Europa.
Applicabilità e benefici strategici della certificazione BRC
La certificazione BRCGS Food Safety è applicabile a tutti gli stabilimenti che producono, trasformano o confezionano alimenti. In molti mercati non è solo uno standard volontario, ma un vero e proprio requisito commerciale per lavorare con la GDO.
Vantaggi concreti per le aziende alimentari
Ottenere la certificazione BRCGS Food Safety comporta numerosi vantaggi. Fra i principali vi sono:
- accesso garantito alle principali catene europee di rivendita al dettaglio (es. Tesco, Marks & Spencer, Sainsbury’s, Lidl ecc.);
- riduzione dei rischi per la sicurezza alimentare, grazie a un controllo strutturato di punti critici di controllo (CCP), allergeni, tracciabilità e contaminazioni;
- maggiore efficienza operativa: flussi di lavoro ottimizzati, procedure chiare, riduzione di errori e non-conformità (NC);
- aumento della fiducia B2B presso distributori, marche commerciali e partner internazionali;
- vantaggio competitivo rispetto ai competitor non certificati.
La certificazione per legge non è obbligatoria ma necessaria per lavorare con le aziende più affermate, specialmente nel settore della GDO.
Requisiti fondamentali per ottenere la certificazione BRCGS Food Safety
Lo standard BRCGS Food Safety si articola in nove “pilastri”, ciascuno dei quali contribuisce a garantire una gestione coerente e verificabile della sicurezza alimentare.
1. Impegno della dirigenza
Le figure apicali dell’azienda devono assumere un ruolo attivo e dimostrabile nella tutela della sicurezza alimentare. L’azienda, nel suo complesso, deve definire obiettivi misurabili, mettere a disposizione risorse adeguate e promuovere una vera cultura della sicurezza alimentare, assicurando che ogni livello organizzativo abbia chiare le proprie responsabilità e agisca di conseguenza.
Le figure apicali dell’azienda devono assumere un ruolo attivo e dimostrabile nella tutela della sicurezza alimentare. L’azienda, nel suo complesso, deve definire obiettivi misurabili, mettere a disposizione risorse adeguate e promuovere una vera cultura della sicurezza alimentare, assicurando che ogni livello organizzativo abbia chiare le proprie responsabilità e agisca di conseguenza.
2. Piano HACCP
Il piano deve essere gestito secondo i criteri del Codex Alimentarius, seguendo tutte le fasi previste per l’analisi e il controllo dei rischi. Nel concreto, ciò significa valutare i pericoli e identificare i CCP in modo sistematico, così da implementare adeguate misure di monitoraggio, verifica e validazione affinché il sistema sia efficace e sempre aggiornato.
Il piano deve essere gestito secondo i criteri del Codex Alimentarius, seguendo tutte le fasi previste per l’analisi e il controllo dei rischi. Nel concreto, ciò significa valutare i pericoli e identificare i CCP in modo sistematico, così da implementare adeguate misure di monitoraggio, verifica e validazione affinché il sistema sia efficace e sempre aggiornato.
3. Sistema di gestione della qualità e della sicurezza alimentare
Il sistema è costituito da procedure e strumenti finalizzati ad assicurare coerenza e controllo; comprende la gestione della documentazione, delle registrazioni, delle non-conformità e delle relative azioni correttive, oltre che la definizione di processi chiari per prevenire il ripetersi degli errori e assicurare il miglioramento continuo.
Il sistema è costituito da procedure e strumenti finalizzati ad assicurare coerenza e controllo; comprende la gestione della documentazione, delle registrazioni, delle non-conformità e delle relative azioni correttive, oltre che la definizione di processi chiari per prevenire il ripetersi degli errori e assicurare il miglioramento continuo.
4. Parametri operativi per gli stabilimenti alimentari
Il sito produttivo deve rispettare criteri strutturali e organizzativi idonei a prevenire ogni possibile rischio. Ciò significa predisporre flussi di lavoro razionali, piani efficaci di manutenzione e sanificazione, così come un sistema rigoroso di controllo degli infestanti, garantendo condizioni igienico-sanitarie ottimali.
Il sito produttivo deve rispettare criteri strutturali e organizzativi idonei a prevenire ogni possibile rischio. Ciò significa predisporre flussi di lavoro razionali, piani efficaci di manutenzione e sanificazione, così come un sistema rigoroso di controllo degli infestanti, garantendo condizioni igienico-sanitarie ottimali.
5. Controlli di processo
Tutte le fasi produttive devono prevedere adeguati controlli, come la gestione degli allergeni, il controllo del vetro e della plastica dura, il monitoraggio dei già citati CCP, la corretta calibrazione delle attrezzature e la verifica continua dei parametri critici di conformità del prodotto.
Tutte le fasi produttive devono prevedere adeguati controlli, come la gestione degli allergeni, il controllo del vetro e della plastica dura, il monitoraggio dei già citati CCP, la corretta calibrazione delle attrezzature e la verifica continua dei parametri critici di conformità del prodotto.
6. Controllo del prodotto
Il prodotto finito deve risultare conforme ai requisiti di qualità e sicurezza. A tal fine, l’azienda deve definire le specifiche tecniche del prodotto e accertarne la corretta etichettatura, così come provvedere alle necessarie analisi di laboratorio e alle prove di durata commerciale (cd. test di shelf-life), fondamentali per valutare la stabilità del prodotto nel tempo.
Il prodotto finito deve risultare conforme ai requisiti di qualità e sicurezza. A tal fine, l’azienda deve definire le specifiche tecniche del prodotto e accertarne la corretta etichettatura, così come provvedere alle necessarie analisi di laboratorio e alle prove di durata commerciale (cd. test di shelf-life), fondamentali per valutare la stabilità del prodotto nel tempo.
7. Controllo del personale
Il personale deve essere adeguatamente formato, competente e consapevole del proprio ruolo nel sistema di sicurezza alimentare. L’azienda deve dunque vigilare per garantire ottimali livelli di formazione professionale e igiene personale, fornendo abbigliamento idoneo e definendo le responsabilità operative di ciascuno.
Il personale deve essere adeguatamente formato, competente e consapevole del proprio ruolo nel sistema di sicurezza alimentare. L’azienda deve dunque vigilare per garantire ottimali livelli di formazione professionale e igiene personale, fornendo abbigliamento idoneo e definendo le responsabilità operative di ciascuno.
8. Zone ad alto rischio (se applicabile)
Per gli stabilimenti che gestiscono prodotti particolarmente sensibili, è previsto un insieme di requisiti aggiuntivi per le zone ad alto rischio o ad alto livello di manutenzione. Tali requisiti riguardano la separazione dei flussi, la protezione da potenziali contaminazioni e un controllo più rigoroso degli accessi e delle condizioni ambientali.
Per gli stabilimenti che gestiscono prodotti particolarmente sensibili, è previsto un insieme di requisiti aggiuntivi per le zone ad alto rischio o ad alto livello di manutenzione. Tali requisiti riguardano la separazione dei flussi, la protezione da potenziali contaminazioni e un controllo più rigoroso degli accessi e delle condizioni ambientali.
9. Requisiti aggiuntivi per siti ad alto rischio microbiologico
Gli stabilimenti che trattano prodotti con elevata suscettibilità microbiologica devono adottare misure supplementari, quali procedure più stringenti di monitoraggio ambientale, controlli avanzati sulle materie prime e protocolli specifici per prevenire contaminazioni durante la lavorazione.
Gli stabilimenti che trattano prodotti con elevata suscettibilità microbiologica devono adottare misure supplementari, quali procedure più stringenti di monitoraggio ambientale, controlli avanzati sulle materie prime e protocolli specifici per prevenire contaminazioni durante la lavorazione.
Passaggi concreti per ottenere la certificazione
1. Gap Analysis
Il percorso verso la certificazione inizia con una Gap Analysis — svolta internamente o affidata a un consulente qualificato — cioè la valutazione delle eventuali “lacune” che l’azienda deve colmare per soddisfare lo standard, evidenziando le priorità d’intervento e costruendo un piano di adeguamento realistico e sostenibile.
Il percorso verso la certificazione inizia con una Gap Analysis — svolta internamente o affidata a un consulente qualificato — cioè la valutazione delle eventuali “lacune” che l’azienda deve colmare per soddisfare lo standard, evidenziando le priorità d’intervento e costruendo un piano di adeguamento realistico e sostenibile.
2. Adeguamento ai requisiti di certificazione
In base alle raccomandazioni evidenziate nella Gap Analysis, l’azienda deve attuare le misure necessarie affinché i flussi di lavoro, le attrezzature, le misure di monitoraggio e tutti gli altri aspetti del proprio “sistema-azienda” soddisfino lo standard. Questo passaggio comprende l’aggiornamento o la redazione ex novo di documenti, procedure, istruzioni operative e registrazioni, l’adeguamento del layout produttivo (quando necessario) e la formazione del personale, affinché ogni figura coinvolta comprenda ruoli e responsabilità previsti dallo standard.
In base alle raccomandazioni evidenziate nella Gap Analysis, l’azienda deve attuare le misure necessarie affinché i flussi di lavoro, le attrezzature, le misure di monitoraggio e tutti gli altri aspetti del proprio “sistema-azienda” soddisfino lo standard. Questo passaggio comprende l’aggiornamento o la redazione ex novo di documenti, procedure, istruzioni operative e registrazioni, l’adeguamento del layout produttivo (quando necessario) e la formazione del personale, affinché ogni figura coinvolta comprenda ruoli e responsabilità previsti dallo standard.
3. Scelta dell’ente certificatore accreditato
Una volta soddisfatti i requisiti di certificazione, è necessario selezionare un ente certificatore accreditato BRCGS, tenendo presenti la competenza dell’ente nel settore di riferimento, l’esperienza degli auditor e la disponibilità a programmare l’audit in modo compatibile con le esigenze dell’azienda.
Una volta soddisfatti i requisiti di certificazione, è necessario selezionare un ente certificatore accreditato BRCGS, tenendo presenti la competenza dell’ente nel settore di riferimento, l’esperienza degli auditor e la disponibilità a programmare l’audit in modo compatibile con le esigenze dell’azienda.
4. Audit interno
Prima dell’audit ufficiale è necessario programmare almeno un audit interno, condotto da figure qualificate e “terze” sia rispetto all’azienda sia all’ente certificatore. Scopo dell’audit interno è verificare che le raccomandazioni contenute nella Gap Analysis siano state implementate, identificando eventuali non-conformità residue e intervenendo tempestivamente per correggerle, così da affrontare l’audit di certificazione nelle migliori condizioni possibili.
Prima dell’audit ufficiale è necessario programmare almeno un audit interno, condotto da figure qualificate e “terze” sia rispetto all’azienda sia all’ente certificatore. Scopo dell’audit interno è verificare che le raccomandazioni contenute nella Gap Analysis siano state implementate, identificando eventuali non-conformità residue e intervenendo tempestivamente per correggerle, così da affrontare l’audit di certificazione nelle migliori condizioni possibili.
5. Audit di certificazione
Durante il primo audit ufficiale, quello di prima certificazione, così come durante gli audit di mantenimento negli anni successivi — che possono essere annunciati o meno — l’ente certificatore ispeziona lo stabilimento, esamina i relativi documenti approntati e la corretta implementazione dei processi e dei controlli, valutando la conformità del “sistema-azienda” ai requisiti dello standard, incluso il livello di consapevolezza e formazione del personale.
Durante il primo audit ufficiale, quello di prima certificazione, così come durante gli audit di mantenimento negli anni successivi — che possono essere annunciati o meno — l’ente certificatore ispeziona lo stabilimento, esamina i relativi documenti approntati e la corretta implementazione dei processi e dei controlli, valutando la conformità del “sistema-azienda” ai requisiti dello standard, incluso il livello di consapevolezza e formazione del personale.
6. Gestione di eventuali non-conformità
Se l’audit evidenzia non-conformità residue, l’azienda deve presentare — entro tempi stabiliti — una proposta di azione correttiva corredata dalle evidenze comprovanti l’avvenuta risoluzione dei problemi. La gestione tempestiva e documentata di queste criticità è fondamentale per procedere all’emissione del certificato.
Se l’audit evidenzia non-conformità residue, l’azienda deve presentare — entro tempi stabiliti — una proposta di azione correttiva corredata dalle evidenze comprovanti l’avvenuta risoluzione dei problemi. La gestione tempestiva e documentata di queste criticità è fondamentale per procedere all’emissione del certificato.
7. Emissione del certificato
In caso di esito positivo dell’audit — oppure dopo aver risolto le non-conformità residue — l’ente certificatore emette il certificato BRCGS Food Safety, assegnando il relativo grading compreso fra “AA” e “D” a seconda del livello di conformità riscontrato.
In caso di esito positivo dell’audit — oppure dopo aver risolto le non-conformità residue — l’ente certificatore emette il certificato BRCGS Food Safety, assegnando il relativo grading compreso fra “AA” e “D” a seconda del livello di conformità riscontrato.
Tempistiche del percorso di certificazione, validità del certificato e suo rinnovo
I tempi necessari per conseguire la certificazione possono variare in base alla complessità del sito produttivo e al livello iniziale di conformità.
- In media, sono necessari dai sei ai dodici mesi per aziende prive di un sistema strutturato di gestione della qualità e della sicurezza alimentare.
- Se l’azienda è già certificata secondo altri standard riconosciuti da GFSI, invece, le tempistiche possono ridursi sensibilmente, in media da due a quattro mesi.
Il certificato è valido 12 mesi, al termine dei quali è necessario programmare un audit di rinnovo. Anche quando un’azienda opta per la modalità “annunciata”, lo standard prevede che ogni tre anni almeno un audit debba essere svolto in modalità non annunciata, per garantire una verifica più spontanea e rappresentativa della gestione reale del sito.
Per mantenere la certificazione
Al fine di mantenere certificata l’azienda, la Dirigenza dell’azienda deve effettuare periodicamente un riesame completo del sistema, analizzando risultati, indicatori, reclami e obiettivi, per verificare l’efficacia delle azioni intraprese e definire eventuali miglioramenti.
Il piano di autocontrollo HACCP deve essere mantenuto costantemente aggiornato in relazione a modifiche di prodotto, processo, layout o rischi emergenti. Analogamente, ispezioni generiche e audit interni devono essere programmati con regolarità per verificare che i requisiti dello standard e le relative procedure ricevano piena e costante applicazione.
L’azienda deve inoltre eseguire una prova di tracciabilità almeno una volta all’anno, simulando anche un possibile ritiro o richiamo di prodotto, per dimostrare la capacità di gestire rapidamente eventuali emergenze. Lo standard, infatti, richiede esercitazioni mirate a verificare la risposta dell’azienda in caso di manomissione, così come un aggiornamento continuo dell’analisi delle frodi alimentari in relazione ai rischi di mercato. Non-conformità e reclami devono essere gestiti in modo tempestivo e documentato, analizzandone le cause e adottando azioni correttive efficaci.
Alla base di tale prontezza vi è il principio generale della formazione costante e aggiornata del personale, affinché competenze e buone pratiche restino coerenti con i requisiti dello standard e con gli obiettivi della sicurezza alimentare.
In parallelo, la manutenzione delle strutture, degli impianti e delle attrezzature deve essere costante, documentata e pianificata, per prevenire rischi fisici, igienici o microbiologici.
Infine, i fornitori devono essere costantemente valutati tramite un processo strutturato di qualifica, monitoraggio e riesame, assicurando che tutti rispettino i requisiti di sicurezza e qualità richiesti dallo standard.
Costo della certificazione BRCGS Food Safety
Ottenere la certificazione BRCGS Food Safety presenta costi variabili in base a fattori specifici dell’azienda e dei suoi processi produttivi: la dimensione dello stabilimento, la tipologia e il livello di rischio dei prodotti, il numero di linee produttive, la complessità dei processi, la durata dell’audit, l’ente certificatore scelto, e così via. Quanto più l’impianto è articolato e i processi complessi, tanto più l’investimento richiesto tende a salire.
Voci di spesa da considerare
Un’impresa che intenda certificarsi secondo lo standard BRCGS Food Safety deve considerare, in primo luogo, i costi dell’audit di certificazione, ma anche quelli della Gap Analysis (se esternalizzata) e dell’audit interno.
Un investimento importante riguarda, altresì, la consulenza e la formazione del personale, così come l’implementazione di eventuali adeguamenti strutturali o impiantistici necessari per conformarsi allo standard.
A titolo puramente indicativo, una piccola azienda con un unico sito produttivo in Italia e un’unica referenza deve mettere in conto un investimento di 8 000 ~ 10 000 euro; per una media impresa, invece, bisogna preventivare 12 000 ~ 15 000 euro. Si tratta di stime assai generiche, pertanto è fondamentale richiedere un preventivo tarato sulle peculiari necessità dello stabilimento.
Confronto tra BRCGS Food Safety e altri standard
IFS Food
Rispetto allo standard IFS Food, quello BRCGS Food Safety è considerato più prescrittivo, in quanto richiede una cultura aziendale orientata alla prevenzione, rigore nella documentazione, controllo sistematico dei processi e una visione integrata della sicurezza alimentare.
Lo standard IFS Food, invece, ha un approccio più valutativo, basato su controlli puntuali e punteggi di conformità.
Tuttavia, entrambi sono riconosciuti da GFSI e largamente accettati dalla GDO europea.
FSSC 22000
Lo standard FSSC 22000 si basa sulla norma ISO 22000 più specifiche precondizioni per la sicurezza alimentare: risulta in genere più flessibile e tecnico ed è indicato soprattutto per chi venda a proprio marchio e preferisca un approccio modulare e scalabile.
BRCGS tende ad essere più operativo, con requisiti immediatamente applicabili allo stabilimento produttivo e un’attenzione forte alla gestione operativa e alla qualità percepita dal cliente/retailer. Di conseguenza è spesso preferito dalle aziende che puntano a rapporti diretti con la GDO o marche commerciali (private labels), dove la conformità operativa e l’efficacia del sistema sono determinanti.
Scelta dello standard in funzione dell’obiettivo
La scelta tra BRCGS, IFS o FSSC 22000 non è universale, ma va guidata dagli obiettivi commerciali e di mercato dell’azienda.
- Se l’obiettivo è accedere alla GDO internazionale o a marche commerciali, BRCGS resta uno dei riferimenti più riconosciuti e richiesti.
- Se si desidera maggiore flessibilità, modularità e adattabilità, soprattutto per produzioni su misura o export, FSSC 22000 può rappresentare un’alternativa valida.
- Se l’azienda preferisce una gestione più “criteriale” e basata su punteggi di conformità, con controlli meno prescrittivi, IFS può essere più congeniale.
Non solo Food Safety: gli altri standard BRCGS
Oltre al Food Safety, BRCGS comprende altri standard rilevanti, quali:
- BRCGS Packaging Materials, per produttori di packaging a contatto alimentare;
- BRCGS Storage & Distribution, per aziende di trasporto, logistica e magazzini;
- BRCGS Consumer Products, per prodotti non alimentari destinati alla GDO;
- BRCGS Gluten-Free, standard per prodotti certificati “senza glutine”;
- BRCGS Agents & Brokers, per intermediari commerciali.
FAQ
Quali sono i 4 passaggi che garantiscono la sicurezza alimentare?
I quattro passaggi che garantiscono la sicurezza alimentare sono:
I quattro passaggi che garantiscono la sicurezza alimentare sono:
- analisi dei pericoli;
- definizione dei Punti critici di controllo (CCP);
- monitoraggio/verifiche/validazioni;
- gestione dei Programmi di prerequisito (PRP).
Cos’è la certificazione BRCGS?
BRCGS è una certificazione internazionale che garantisce sicurezza, qualità e legalità dei prodotti alimentari.
Cosa sono gli standard BRC e IFS?
Gli standard BRCGS e IFS sono due schemi riconosciuti dalla GFSI (Global Food Safety Initiative) e utilizzati dalla GDO per qualificare i fornitori.
Quali sono i requisiti per la certificazione BRCGS?
I requisiti per la certificazione BRCGS sono: HACCP, SGQ, controlli di processo e prodotto, strutture idonee, personale qualificato, riesame da parte della Dirigenza, audit interni, ispezioni interne, qualifica fornitori, food fraud e food defense.
Come posso scaricare un certificato BRCGS?
È possibile scaricare il certificato BRCGS dal database ufficiale BRCGS Directory.
Che cos’è lo standard BRC Food?
È sinonimo di BRCGS Food Safety, lo standard dedicato ai produttori di alimenti.
Chi rilascia la certificazione BRCGS?
A rilasciare la certificazione BRCGS sono enti di certificazione accreditati.
Qual è la funzione della certificazione BRCGS per i prodotti alimentari?
La certificazione attesta che uno stabilimento produce alimenti conformi agli standard BRCGS.