Il cambio climatico minaccia il futuro della viticoltura

Uno scenario allarmante per la vite
Uno studio guidato da Cornelis van Leeuwen (Università di Bordeaux), pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment (marzo 2024), avverte che con un aumento > 2 °C entro fine secolo fino al 70% delle attuali regioni vitivinicole potrebbe diventare inidoneo alla coltivazione. In Italia la vite rischierebbe di sparire dal 90% di pianure e aree costiere oggi vitate, complice l’aumento di siccità e ondate di calore.
Già ora si osservano vigneti in quota (700–1 000 m s.l.m.) e uno spostamento a nord in Europa, con nuovi impianti in Regno Unito, Danimarca e perfino Scandinavia.

Qualità, quantità e “migrazioni” del vino
Il riscaldamento globale ridefinirà la mappa del vino: fino al 29% delle aree potrebbe affrontare condizioni estreme (caldo/siccità) con perdite di resa e qualità in aree chiave come Italia, Spagna, Grecia e California. A un calo dei grandi esportatori potrebbe corrispondere una crescita in regioni oggi importatrici (es. Regno Unito), con impatti economici e culturali rilevanti.

Come adattarsi: pratiche agronomiche e nuove varietà
Servono tutela del territorio e pratiche che aumentino la resilienza: gestione della fertilità del suolo, coperture vegetali, ombreggiamento, scelta di portinnesti e calendari più adatti, irrigazione efficiente.
Risultati incoraggianti provengono da approcci biodinamici orientati a suolo, biodiversità e salute della pianta. Centrale anche la ricerca su nuove cultivar più tolleranti a stress e patogeni; in particolare le PIWI (vitigni resistenti ai funghi), già in ampia sperimentazione in Italia, soprattutto in Veneto, con oltre 200 cantine aderenti.
Accanto alle soluzioni tecniche è necessario uno sforzo istituzionale e comunicativo per informare con obiettività decisori e opinione pubblica, evitando reazioni emotive anti-innovazione.

FOIED • VINO • PIPAFO • CRA • CAREFO
Un reperto falisco del IV sec. a.C. raffigura Bacco e Arianna con l’iscrizione FOIED • VINO • PIPAFO • CRA • CAREFO: «oggi berrò vino, domani non ne avrò» (o potrei mancare). Riletto oggi, è un monito: proteggere il vino significa proteggere una parte di economia, paesaggio e identità. Gli allarmi scientifici vanno presi sul serio per evitare che il futuro del vino si perda con il clima che cambia.
Riferimento: C. van Leeuwen et al., “Climate change impacts and adaptations of wine production”, Nature Reviews Earth & Environment, 5 (2024) 258–275. doi:10.1038/s43017-024-00521-5