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Acqua in bottiglie di plastica: è tempo di cambiare

Un consumo insostenibile

Un consumo insostenibile

Ogni minuto, nel mondo si vende un milione di bottiglie di plastica. Questo dato, in continua crescita, evidenzia l’impatto ambientale devastante di un prodotto che, paradossalmente, si rivela spesso meno sicuro dell’acqua del rubinetto.

Dietro questa scelta di consumo si celano molteplici problemi che riguardano la salute umana, l’ambiente e la sostenibilità economica.

I rischi per la salute

I rischi per la salute

Le bottiglie di plastica rilasciano nell’acqua microplastiche e altre sostanze chimiche, tra cui ftalati, BPA e PFAS, note come “sostanze perenni” per la loro persistenza nell’ambiente e nei tessuti viventi. Questi composti sono associati a problemi endocrini, cardiovascolari, neurologici e gastrointestinali.

Studi recenti hanno evidenziato un effetto sinergico tra microplastiche e PFAS, che amplifica i danni biologici, rallentando la crescita, riducendo la fertilità e compromettendo la sopravvivenza degli organismi acquatici, come dimostrato dai test sulla Daphnia magna.

Sebbene anche l’acqua degli acquedotti possa essere soggetta a contaminazioni, i severi controlli normativi la rendono generalmente più sicura. Al contrario, l’acqua in bottiglia non è sottoposta a controlli altrettanto stringenti.

Un impatto ambientale enorme

Un impatto ambientale enorme

Solo il 9% delle bottiglie di plastica viene riciclato, mentre la maggior parte finisce in discariche, inceneritori o negli oceani, dove rappresenta quasi il 12% dei rifiuti plastici marini.

Le microplastiche derivanti dalla degradazione contaminano acque e terreni, entrando nella catena alimentare e nei tessuti viventi. Inoltre, la produzione di un litro d’acqua in bottiglia richiede tra 17 e 35 litri d’acqua e un consumo energetico circa 2000 volte superiore rispetto all’acqua del rubinetto.

Politiche e false credenze

Nonostante le prove a favore dell’acqua corrente, molti consumatori prediligono l’acqua in bottiglia per motivi di gusto o diffidenza verso l’acqua del rubinetto. Tuttavia, la maggior parte delle persone non distingue i due tipi d’acqua in test alla cieca.

Diversi paesi — come Spagna, Stati Uniti, Australia, Hong Kong e Canada — hanno adottato misure per ridurre il consumo d’acqua in bottiglia, vietandone l’uso nei luoghi pubblici e incentivando fontanelle e bottiglie riutilizzabili.

In Italia, invece, il consumo rimane tra i più alti d’Europa, con circa 14 miliardi di litri annui (236 litri pro capite), per un giro d’affari di 10 miliardi di euro.

Conclusione

Conclusione

La dipendenza dall’acqua in bottiglia rappresenta un problema complesso, con implicazioni sanitarie, ambientali ed economiche. Ridurre il consumo di plastica monouso è una priorità globale che richiede sforzi congiunti da parte di governi, aziende e cittadini.

Scegliere l’acqua del rubinetto, quando sicura, non è solo un gesto di responsabilità verso l’ambiente, ma anche una scelta più sicura per la salute.

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